Le infiltrazioni miofasciali consistono nell’effettuare delle piccole iniezioni sotto-dermiche e muscolari direttamente nella zona dolorosa, per trattare le sindromi del sistema muscolo-scheletrico, come quelle muscolari o del tessuto connettivo.
Il dolore che percepiamo infatti è dovuto a un eccessivo rilascio di sostanze infiammatorie e ad anomalie funzionali delle fibre muscolari: le infiltrazioni servono proprio a “disattivare” queste aree.
Il dry needling, o “puntura a secco“, è una tecnica che si basa sull’inserimento di aghi sottilissimi (come quelli utilizzati in agopuntura) nel tessuto miofasciale per trattare il dolore muscolare, anche associato a limitazione dei movimenti e contratture.
A differenza delle infiltrazioni, non prevede l’iniezione di sostanze. Questo la rende assolutamente priva di possibili effetti collaterali associati a farmaci e si può effettuare anche in caso di allergie o intolleranze.
L’obiettivo di questa tecnica è quello di stimolare il sistema nervoso, il tessuto muscolare e connettivale al rilascio di sostanze antinfiammatorie per promuovere il rilassamento muscolare e la guarigione.
L’indicazione principale di queste due tecniche è la sindrome miofasciale.
La sindrome miofasciale comprende diverse patologie che si presentano principalmente con dolore muscolare continuo e talvolta con contratture, limitazioni funzionali o sensazioni di formicolio.
La sindrome mio fasciale è caratterizzata dai “Trigger Point“ o “Punti Grilletto”: delle aree più o meno ampie di ipersensibilità su un determinato muscolo o fascia muscolare. Durante la visita è possibile individuarli tramite la palpazione o una lieve compressione.
I sintomi che possono far sospettare una sindrome miofasciale sono dunque:
Spesso non è facile distinguere la sindrome miofasciale da altre cause del dolore, per questo un’attenta e scrupolosa visita potrà individuare il motivo del tuo problema.
Queste due tecniche possono essere utilizzate in caso di:
Già negli anni ‘70 fu individuata la corrispondenza di più del 70% dei Trigger Point con i punti di agopuntura (Ronald Melzack), e anche secondo la mia esperienza associare le due tecniche porta spesso a degli ottimi risultati e alla risoluzione del problema in poche sedute
La sindrome miofasciale, e dunque la presenza dei “Trigger point”, è dovuta a una forma di disfunzione neuromuscolare che può generarsi da un evento traumatico anche lieve (uno sforzo muscolare, una caduta, ecc…) ma anche da una postura o da un movimento errati che scatenano una serie di reazioni a cascata, come infiammazione, rilascio di ormoni e neuro-modulatori nel tessuto muscolare che producono il dolore.
La frequenza e la durata del dolore su un determinato muscolo, o gruppo muscolare, dipendono da diversi fattori. Per esempio:
I farmaci che si sono dimostrati efficaci sono gli anestetici locali che, oltre all’effetto analgesico, sono in grado di regolare i processi neuromuscolari alla base del dolore.
Il farmaco che utilizzo più frequentemente per le infiltrazioni, data la sua sicurezza ed efficacia, è la lidocaina a concentrazioni e volumi molto bassi.
Il dry needling invece non prevede l’utilizzo di farmaci, ma si basa esclusivamente sull’azione dell’ago sottilissimo che manipolato adeguatamente agisce sulla contrattura localizzata e migliora sia la mobilità che il dolore.
Nell’infiltrazione miofasciale l’allergia alla lidocaina è una controindicazione assoluta. In questi casi, se in base al tuo specifico caso lo riterrò opportuno, sarà possibile avvalersi del dry needling, che non usando farmaci non espone al rischio di allergie.
Anche alcune malattie cardiache, come il blocco di branca grave, rappresentano una controindicazione.
Vi sono anche alcune situazioni che non consentono lo svolgimento di nessuna delle due tecniche, per esempio:
Le infiltrazioni possono essere un pò dolorose in base alla soglia del dolore di ciascuno di noi. Per creare un minor fastidio utilizzo sempre gli aghi più sottili possibile.
Anche l’introduzione del farmaco può dare una sensazione di bruciore ma durerà solo pochi secondi.
Il Dry needling non risulta doloroso, l’ago sottilissimo e la tecnica di manipolazione possono provocare un leggero fastidio che scompare dopo qualche secondo.
Dopo il trattamento possono comparire dei piccoli ematomi che svaniscono in un paio di giorni.
Nel complesso sono trattamenti molto ben tollerati